Un abisso di meraviglie

Un abisso di meraviglie

di Fabio Larcherpredatori_vintage

Da moltissimo tempo non leggevo un libro così bello, pieno di senso del meraviglioso e stilisticamente coinvolgente. Le avventure di Julius Milton nell’Inghilterra vittoriana, a caccia di mostri venuti da un non meglio precisato Altrove ma comunque zoologicamente connotati con precisione, mi hanno riportato alla memoria libri di scrittori molto amati (come Conan Doyle, Wells, Hodgson e Lovecraft, con qualche pennellata dickensiana e addirittura dostoevskijana). E questo è un motivo sufficiente per essere grato all’autore di Predatori dall’abisso, il poliedrico (se non eclettico) Ivo Torello. Tuttavia non credo sia possibile fermarsi a questo dato “nostalgico”. In effetti Torello scrive una storia che non sfigurerebbe affatto nella grande produzione letteraria di fine Ottocento, ma (mi spiace contraddire alcuni recensori) non è affatto un manierista! Semmai la sua storia è disseminata di “omaggi” a vari maestri, il che non inficia minimamente la sua originalissima cifra stilistica, caratterizzata da una mano elegante, da uno spirito profondo, da una miracolosa lucidità “allucinata”, e da una “poetica” nuova e coerente, che non ha eguali né in Italia, né altrove (pur nella sua intuitiva semplicità). Semmai si potrebbe dire che Torello è un discepolo talmente addentro al pensiero del Maestro di Providence, ne ha colto così a fondo lo spirito, che (come ogni buon discepolo prediletto) può permettersi di “tradirlo”, o di spingerlo oltre le sue premesse, svolgendole in maniera libera ed estremista. L’estremismo ha pur sempre un suo fascino…
Ma non vorrei che da questa cattiva recensione traeste la conclusione che Predatori dall’abisso sia un libro cervellotico, una masturbazione pseudointellettuale. Non lo è. E’ prima di tutto un libro “divertente” (non nel senso che è un libro comico, ma nel senso che offre “diletto”). E’ una bella storia, che si fa leggere tutta d’un fiato, piena di suspance, di terrore e meraviglia, che mette in campo personaggi interessanti e lo fa con una perizia degna dei massimi scrittori del genere fantastico. Lungi da me il tentativo di riassumere la trama di Predatori dall’abisso: non è mia intenzione banalizzare questo prezioso romanzo. E succederebbe fatalmente, perché in fin dei conti non esistono storie e trame davvero originali; esistono solo stili originali. Questo volume va “scoperto”, deve essere una completa sorpresa. E solo così darà ai lettori il massimo piacere.
Nella postfazione, l’autore afferma di aver scritto “per gioco”, e non faccio nessuna fatica a crederlo: si sente che si è divertito nel raccontare le peripezie di Milton. Per questo ne è risultato un libro così “felice” (anche se “fosco” nelle atmosfere), così riuscito. Si sa, non esiste cosa più seria e importante del gioco. Assolutamente da leggere.

Ivo Torello, Predatori dall’abisso, Hypnos edizioni.

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